Artistic Mosaic | La tradizione
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La tradizione

Sin dai tempi più antichi la bottega artigiana ha permesso che le arti si potessero tramandare da padre in figlio, generando in questo modo dinastie specializzate nei vari campi dell’artigianato; fra tutti possiamo ricordare come esempio quelle dei Cosma e dei Vassalletto che hanno dato vita e perfino il nome, ad un genere di arte: quella dei cosmateschi.

Anche nell’arte del mosaico si inseriscono nel corso dei secoli numerose genealogie; a Roma quella dei Cassio ha inizio dalla metà del XIX secolo.

La figura di Antonio Cassio rappresenta la terza generazione di una famiglia di mosaicisti ed è colui che, oltre a ricevere il testimone per realizzare opere di rara bellezza, arricchisce anche questa esperienza con quella dell’innovazione nella conservazione dei mosaici antichi, ideando un metodo non distruttivo per il distacco e la conservazione dei mosaici (metodo dei piccoli pezzi).

Già il nonno Virgilio, eccellente artigiano mosaicista è attivo proprio nel periodo in cui la tradizione del mosaico romano assume un proprio stile rendendo l’esecuzione musiva sempre più somigliante alle rappresentazioni pittoriche, fino ad arrivare alla realizzazione dei famosi micromosaici.

Il padre Lorenzo nasce a Roma il 12 febbraio 1884; esso oltre ad apprendere sin da piccolo l’arte del mosaico si farà apprezzare anche per le abilità pittoriche che lo porteranno ad inserirsi già nei primi anni del ‘900 nello Studio del Mosaico del Vaticano, dove lavorerà insieme ad artisti di eccellenza, quali L. Lucietto in qualità di direttore dello studio vaticano, E. Monticelli, C. Simonetti, L. Chiasserotti e R. Sellini, dapprima come collaboratore poi in veste di direttore dopo aver vinto il concorso che prevedeva la realizzazione musiva di occhi.

Fra le svariate produzioni musive inviate nei paesi di tutto il mondo basti rammentare La Madonna Immacolata realizzata per il Santuario dell’Immacolata di Washington (1927) su cartone di L Ludovico; La S. Teresa del Bambin Gesù per la Cattedrale di Rosario in Argentina (1930) su cartone di L. Ludovico; I ventotto Angeli per il santuario di Las Lajas di Bogotà in Colombia(1933) su cartone di Lorenzo Cassio. Per l’Italia va ricordata la decorazione musiva della Cappella di Valsalice a Torino (1931) su cartone di L. Ludovico e Lorenzo Cassio; quella Dell’Abside del Pio Collegio Latino Americano di Roma (1932-1933) su cartone di Lorenzo Cassio, L. Lucietto e R. Sellini; il mosaico della Sala Maggiore dell’Ateneo di S. Giovanni in Laterano (1937) su cartone di Lorenzo Cassio, il mosaico della chiesa della Madonna di Pompei. Altri mosaici sono stati inviati in Argentina, Brasile, Camerun, Francia, Messico, Lucerna (Svizzera), Turchia, U.S.A. e Venezuela.

Molte altre opere di rilevanza mondiale, come il mosaico della chiesa del Monte degli Ulivi in Gerusalemme e una delle quattro lunette all’Altare della Patria a Roma, Lorenzo Cassio le realizzò insieme a Evandro Monticelli, con il quale condivideva anche uno studio privato.

Lorenzo Cassio ricoprirà la carica di direttore dello studio del mosaico Vaticano fino alla pensione, nel 1954.

Dei cinque figli maschi, gli unici a seguire le orme del padre Lorenzo sono Gianfranco, Fabrizio e Antonio. Diviso fra il nuovo studio privato di Lorenzo Cassio di via Caetani e i lavori dello studio vaticano, di cui bisogna precisare che Lorenzo Cassio gestiva non da dipendente ma come una vera figura imprenditoriale, Antonio acquisisce una enorme esperienza e capacità sia nelle realizzazioni musive dirette o indirette che nelle applicazioni dei mosaici eseguiti con metodo indiretto. Ancora dodicenne aiuta il mosaicista Nino Secchi all’applicazione del mosaico del Sacramento nella Basilica di San Pietro.

Comincia nel ’59 l’avventura con il restauro insieme al fratello Fabrizio. Dal ’63 ha la fortuna di poter lavorare sotto la guida del maestro Vincenzo Renzi che lo perfeziona nella tecnica musiva, collabora con l’imprenditore Rimassa e per cinque anni con la cooperativa Monticelli di Marco Tullio.

Nel ’67 è primo classificato al concorso nazionale con qualifica di restauratore di mosaico, indetto dal ministero di pubblica istruzione (attuale ministero dei beni culturali) svolto presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Sceglie di lavorare presso gli scavi di Ostia Antica dove dopo poco tempo viene subito apprezzato per le sue nuove metodologie, anche se inizialmente nel rispetto dei colleghi più anziani, preferisce seguire le prassi già in uso in quel laboratorio.

Nel ’77 si trasferisce all’Istituto Centrale del Restauro di Roma nel quale organizza, data l’assenza fino al quel momento, il nuovo laboratorio per il restauro del mosaico. Nei 19 anni di rapporto con questo istituto, Antonio Cassio, oltre a dedicarsi all’insegnamento ai giovani restauratori, viene inviato per numerose consulenze quali Malta, Setif in Algeria e Cancelli (AQ); realizza campagne di restauro (Settefinestre, etc. ) nelle quali perfeziona e trova nuove soluzioni per la sua metodologia conservativa (nuovi supporti in aerolam).

Dal 1989 Antonio Cassio lavora insieme ai figli Massimo e Roberto, anch’essi iniziati giovanissimi all’arte del mosaico nuovo e del restauro, che hanno esercitato nei periodi extrascolastici presso lo studio di via Caetani.

Massimo Cassio, disegnatore presso il comune di Roma e il fratello Roberto dal ’93 responsabile del laboratorio per il restauro del mosaico dei Musei Vaticani, seguono pertanto il padre presso lo studio di via delle Fornaci, nell’attività di restauro e nell’arte creativa di opere musive di piccole e grandi dimensioni per committenze italiane ed estere.

Il tre dicembre 1993 la serenità della famiglia viene a mancare per la prematura scomparsa di Massimo.

Altre giovani speranze si stanno affacciando nell’apprendimento di questa nobile arte, nella speranza che rappresentino la quinta generazione con il compito di sostenere il testimone di quell’esperienza e di conoscenza di tecniche e di materiali della tradizione del mosaico romano e a condurre più avanti la storia della Famiglia Cassio.